Nome scientifico: Anguilla anguilla 

Le anguille erano uno dei pochi pesci d’acqua dolce presenti in Sicilia; venivano allevate in stagni semi-artificiali e nei fiumi.  Il nome dell’anguilla nel dialetto siciliano è “ancidda di naca” perché venivano pescate nelle nache, come quella su questo percorso, nota come “naca verde” per la fitta presenza di muschio. 

In Sicilia le anguille venivano catturate in questi stagni con l’aiuto dell’Euforbia, pianta tipica della Macchia mediterranea, appartenente alla famiglia delle Euforbacee. Queste piante, infatti, hanno la caratteristica di rilasciare una sostanza biancastra, un lattice dal potere generalmente tossico. Proprio per questo venivano spezzate e gettate in acqua, in modo tale che questa sostanza rilasciata stordisse le anguille, facendole salire in superficie e dunque facilitandone la pesca. 

Caratteristiche: è una specie diffusa nelle acque dolci, salmastre e marine; la troviamo ad esempio  nell’Oceano Atlantico, ma anche nel Mediterraneo e nei suoi tributari, dall’Islanda al Senegal. A volte la femmina – che può superare il metro di lunghezza – viene chiamata “capitone”, mentre il maschio – molto più piccolo – è detto “ceca”. Le anguille presentano, infatti, un forte dimorfismo sessuale di taglia, con maschi che raggiungono i 200 gr e le femmine che possono arrivare a pesare 3 kg.  L’anguilla presenta un corpo serpentiforme e allungato. E’ caratterizzata da molto grasso corporeo che serve a mantenere le uova e a sopportare le lunghe migrazioni. L’anguilla è, infatti, una specie catadroma, che cresce in acque dolci, ma migra verso il basso, ossia dai fiumi al mare aperto, per riprodursi. E’ una specie onnivora e saprofaga. Ha un olfatto molto sviluppato, utilizzato per la caccia, che effettua di notte o quando l’acqua è torbida, approfittando della poca visibilità. Alcune specie sono caratterizzate dalla capacità di emettere scosse elettriche fino ai 500/600 Watt. Si tratta dell’Electrophorus electricus, che, pur essendo comunemente noto come “anguilla elettrica”, non fa propriamente parte della famiglia delle anguille.

Allevamento: il metodo più efficace per pescare l’anguilla è quello del “lavoriero”, ingegnosa trappola a reti dalla trama sempre più fine particolarmente sfruttato nelle Valli di Comacchio. Con questo metodo infatti si sfrutta il comportamento naturale del pesce che, cercando di migrare verso il Mar dei Sargassi per l’atto riproduttivo, rimane intrappolato consentendo quindi una facile pesca.